Le Marche saranno la nuova Toscana?
Notizia
23 Feb 2020
Il 21 febbraio siamo stati alla Mole Vanvitelliana (Ancona) ospiti di un convegno dal titolo Cambiamenti climatici: Rigenerazione, adattamento e mitigazione per la Regione Marche, organizzato da T33 di Ancona, Atlantis Srl di Bologna e dallo Studio Professionale Associato Entropia di Recanati.

Arianna Cecchi Innovation Lead EIT Climate-KIC
E’ stato un evento molto interessante, nel quale è intervenuta anche Arianna Cecchi, la nostra Innovation Lead per raccontare chi è e cosa fa EIT Climate-KIC.
I relatori ci hanno spiegato quali potrebbero essere le azioni di adattamento e mitigazione che la Regione dovrebbe intraprendere al più presto per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Cosa deve fare la Regione Marche per raggiungere gli obiettivi del millennio?
La questione è complessa e ci sono diverse azioni che devono essere intraprese per rispondere in modo pro-attivo ai cambiamenti in corso: mutare il modello di pianificazione; offrire esempi e alternative ai settori produttivi; mettere insieme gli attori locali.
Non è semplice perchè per riconciliare società civile, gestione del territorio, produzione e industria con la natura bisogna guardare alla fisica degli ecosistemi. Tradotto in economia significa passare a un’economia circolare e rigenerativa: ogni singola azione economica deve raggiungere al contempo più obiettivi, tra i quali produrre beni e servizi; rigenerare gli ecosistemi; ridurre le emissioni di carbonio e stoccarlo.
Qual è la prima azione da fare?
Passare dall’economia lineare a quella circolare attraverso la bioeconomia, che deve essere a sua volta basata su una forma di produzione rigenerativa*.
Quali sono gli attori chiave di questo passaggio?
Nelle Marche la costa e le zone interne sono due aree chiave così come i cittadini perché il cambiamento deve partire dalla società, ma non basta. Per gettare le basi di un’economia sostenibile devono interfacciarsi i tre attori economici (affari, governo e finanza) attraverso dieci azioni interconnesse, capaci di guidare i cambiamenti strutturali e culturali che saranno necessari nella società e nell’economia.**
Perchè è così importante l’economia circolare e la bioeconomia?
Abbiamo sfiorato i limiti biofisici del pianeta, che non può più sostenere il modello economico-produttivo contemporaneo, dove la base dell’energia è sostenuta da fonti fossili. Invece l’economia circolare potrebbe aiutarci, perchè è basata sulla fisica degli ecosistemi; sulla rigenerazione dei servizi ambientali e al contempo social; perchè è capace di seguire principi di mercato.
Esistono già esempi concreti e virtuosi?
Molti esempi di produzione di questo tipo sono già stati creati dalla Blue economy di Gunter Pauli, economista belga che ha fondato la Zero Emissions Research Iniziative. Nel suo libro dal titolo Blue economy. Nuovo rapporto al Club di Roma. 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro teorizza uno sviluppo sostenibile nel pianeta copiando dalla natura (biomimesi).***
La Blue Economy potrebbe crescere del 2,5% annuo per 10 anni, producendo praticamente di tutto: dalle scarpe di canapa ai nutraceutici a base di alghe!
Ma cosa si può fare con i crediti di carbonio?
La costruzione di un mercato del carbonio è un altro possibile tassello per mettere insieme imprese ed ecosistemi: i crediti di carbonio prodotti attraverso l’agricoltura e la forestazione vengono certificati e poi venduti alle imprese che nelle attività emettono carbonio.

Regione Marche Italy
Quali effetti concreti sul territorio?
Per fare un esempio, la rigenerazione aumenta i servizi ecosistemici che a loro volta aumentano l’attrattività dei paesaggi. Il mercato turistico potrebbe aumentare del 10% rispetto all’attuale: le Marche potrebbero diventare la nuova Toscana (e per il Times la meta preferita dagli inglesi!).
Perchè bisogna che tutti si impegnino a ridurre le emissioni di carbonio?
Perchè la riduzione dei gas ad effetto serra è stata modesta: -19% rispetto al 1990 a fronte di una crescita economica del 45%. L’Agenda 2030 dell’ONU con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) esprime un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.

Sustainable Development Goals (SDGs)
Tutti i paesi sono chiamati a contribuire senza più distinzione tra paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo: ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs. Con l’adozione dell’Agenda 2030 i paesi si sono volontariamente sottoposti al processo di monitoraggio effettuato direttamente dalle Nazioni Unite rispetto allo stato di attuazione degli SDGs. Il luogo deputato al monitoraggio dell’Agenda è l’High Level Political Forum (HLPF), che si riunisce annualmente sotto l’egida del Comitato Economico e Sociale (ECOSOC) dell’ONU, mentre ogni quattro anni la riunione si svolge sotto l’egida dell’Assemblea Generale (GA).
Ogni singola amministrazione deve fare la sua parte e la Regione Marche ha avviato il suo percorso. Nel Rapporto 2015 dell’Agenzia Ambientale Europea si legge come “il livello di ambizione della politica ambientale esistente può essere insufficiente per raggiungere gli obiettivi ambientali a lungo termine dell’Europa”. Infatti i combustibili fossili continuano a rappresentare i tre quarti della fornitura energetica; la riduzione delle emissioni di gas serra prevista è ritenuta “insufficiente per portare l’Unione europea a raggiungere l’obiettivo di -80-95% entro il 2050″.
NOTE
* Con il termine Bioeconomia si indica la teoria economica proposta da Nicholas Georgescu-Roegen che mostra come qualsiasi processo economico che produca merci diminuisca la disponibilità di energia nel futuro e quindi la possibilità di produrre ulteriori merci; inoltre nel processo economico anche la materia si degrada (matter matters, too ovvero diminuisce tendenzialmente la sua possibilità di essere usata in future attività economiche).
** Come sottolinea l’Istituto di Sostenibilità di Cambridge (nel modello di rigenerazione dell’economia Rewiring the Economy)
*** La biomimesi (Biomimetics, o Biomimicry, in inglese) è lo studio consapevole dei processi biologici e biomeccanici della natura come fonte di ispirazione per la progettazione e il miglioramento delle attività e delle tecnologie umane. La natura viene vista come Modello (Model), Misura (Measure) e Guida (Mentor).