L’innovazione sistemica al servizio del nostro futuro
Notizia
12 Mag 2020
L’innovazione sistemica al servizio del nostro futuro
La domanda più urgente è: come affronteremo la crisi post COVID19? Perchè non si tratterà di alzare semplicemente le saracinesche dell’economia e osservare regolamenti stringenti per la sicurezza delle persone. Stiamo andando incontro a uno squarcio nel tessuto sociale e produttivo di cui è impossibile al momento leggerne la profondità.
A questo nebuloso domani si affianca anche il cambiamento climatico che – dopodomani – costituirà una minaccia ancor più grave. Da dove iniziamo a rimboccarci le maniche? Dall’accogliere la complessità e l’incertezza nel nostro vocabolario. E non c’è cosa che sappiamo fare meglio per due motivi:
- siamo strutturalmente in grado di pensare in modo sistemico e complesso
- siamo capaci di navigare a vista o con una strumentazione previsionale a medio raggio
Lavorando su ecosistemi complessi ma interconnessi gli scienziati ci hanno tracciato l’esatto percorso dello spillover del coronavirus e hanno chiarito che tra le cause della zoonosi vi è il cambiamento climatico. Anzi: i due eventi corrono intrecciandosi in un gioco di riflessi. La pandemia sta svelando la complessità delle nostre istituzioni sociali e governative; l’incertezza di quelle economiche. La priorità di tutelare la salute pubblica non era poi così prioritaria viste le carenze di cui hanno sofferto le strutture sanitarie. Molti settori produttivi sono al collasso con effetti devastanti sui lavoratori e sulle fasce della popolazione più deboli.
Qualcuno ha invocato una nuova normalità ma al momento risulta poco praticabile perchè il sentimento più stringente è quello di tornare a consumare quanto prima.
E’ un cane che si morde la coda, un perpetuo gioco dell’oca. Per sottrarsi al determinismo dell’impianto neoliberista occorre invece trasformare il nostro modo di vivere, produrre, distribuire, consumare, mangiare, educare e muoverci. Non solo a causa del vicino COVID19 ma anche a causa dei non-troppo-lontani effetti dei cambiamenti climatici. E l’umanità nei momenti di crisi acuta si evolve grazie all’innovazione, alla conoscenza e alla tecnica/tecnologia.
Ma di quale innovazione abbiamo bisogno?
L’innovazione è fondamentale per affrontare la crisi che stiamo vivendo. Tuttavia, l’attuale modello di innovazione basato sulle tecnologie e sulla velocità con le quali siamo in grado di portarle sul mercato non è riuscito a centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Soprattutto non ha ristretto il crescente divario tra ricchezza e povertà. Anzi, ha intensificato la vulnerabilità di alcuni strati della popolazione mondiale.
Per tentare di rispondere alla domanda, nel 2019 abbiamo lanciato otto Deep Demonstration su diversi temi in ben 35 località europee. I Deep Demonstration sono progetti molto ampi che hanno l’obiettivo di trasformare profondamente interi sistemi in linea con le necessità espresse dall’IPCC, dall’Unione Europea e dai decisori politici che hanno espresso la volontà di affrontare l’emergenza climatica.
Vogliamo aiutare le organizzazioni sociali ad accogliere le sfide della contemporaneità e per farlo dobbiamo dispiegare le categorie concettuali della complessità e dell’incertezza. Il nostro approccio olistico, sistemico ci ha condotto a importanti risultati negli oltre 10 anni di innovazioni tecnologiche, di processo, sociali sperimentate negli ambiti urbano, industriale, rurale e finanziario. Ma la strada verso la decarbonizzazione è ancora lunga.
A cura di Salvatore Martire, Innovation Manager di EIT Climate-KIC